permettetemi in questo mese di cedere la parola al Servo di Dio Don Tonino Bello. Egli rimane per noi il Maestro che ha saputo guidarci per un decennio, un “attimo di gioia, di luce, di speranza”.
Sia vissuta così la nostra Pasqua di quest’anno. E’ il mio augurio.
Don Vincenzo
“Se Gesù non fosse risorto sarebbe vana la nostra fede.
Se Gesù fosse rimasto nelle tenebre del sepolcro, il cristianesimo non avrebbe più significato.
È la risurrezione il punto centrale, nodale di tutta la nostra vita cristiana, di tutta la nostra vita redenta.
È difficile accettare la risurrezione.
Ci sono tanti galantuomini che di Gesù hanno accettato tutto: la legge, l’impegno morale… Ma la risurrezione no.
Il nostro illustre e grande Gaetano Salvemini, scrive: “Io mi sono fermato, per quanto riguarda il cristianesimo, al venerdì santo. Non sono andato oltre. Mi sono fermato al Calvario. Ho accettato il grande messaggio umano di Gesù, ma non sono andato oltre. La risurrezione, no. Al sepolcro non sono riuscito ad arrivarci”.
Eppure sono venti metri appena.
Un percorso brevissimo.
Però è il più lungo per chi deve fare un itinerario di fede.
Chiediamo al Signore che possiamo veramente abbandonarci a Lui e, soprattutto, possiamo inebriarci dei raggi della luce della risurrezione.
Pasqua è la festa dei macigni rotolati. È la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno.
Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima, che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro. È il macigno della solitudine, della miseria,
della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuna col suo sigillo di morte.
Pasqua, allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi. E se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la risurrezione di Cristo”.
Don Tonino