Papa Francesco continua a stupire il
mondo per la straordinarietà della sua
vita. I protocolli, le regole, i formalismi
lo infastidiscono. Perché ama essere il semplice parroco che, in piena libertà, svolge la
sua attività di pastore non solo accanto, ma
tra le sue pecore, specialmente quelle che
stazionano nelle periferie che va a cercare,
anche all’improvviso, per toccarle, accarezzarle, abbracciarle, baciarle. Si intrattiene
con loro, regala sorrisi, scherza ed è curioso
per quello che dicono; visita ospedali, carceri, centri di accoglienza dove incontra persone che soffrono nello spirito e le incoraggia
a sperare. Esce dal Vaticano per acquistare
occhiali e scarpe meravigliando negozianti
ed avventori, anche posando con loro.
Il suo essere fuori dall’ordinario lo ha portato
ad abitare in una residenza semplice che non
ha nulla dello sfarzo degli appartamenti vaticani ricchi di opere d’arte e di arredamento
prezioso che certamente apprezza, ma da
cui preferisce rimanere distaccato. A lui interessa offrire al mondo l’immagine di un Papa
coerente con la povertà evangelica e con la pratica delle Beatitudini di cui predilige la
Misericordia.
Per questo meriterebbe di passare alla storia
come il «Papa della Misericordia» alla quale
ha voluto dedicare il Giubileo straordinario.
Sua intenzione particolare è stata, infatti,
quella di trasmettere al mondo una fiducia
incondizionata nella Tenerezza di un Dio che
perdona perché ama ed accompagna l’uomo
in un cammino di fede e di redenzione capace di restituirgli la speranza. Se Giovanni
XXIII è passato alla storia come il Papa della
Bontà, Francesco passerà alla storia come il
Papa della Tenerezza.
Bontà e Tenerezza sono i due pilastri su cui
poggiano gli estremi di quel ponte conciliare che ha segnato il passaggio dalla
«Chiesa del rigore e della scomunica» alla
«Chiesa della misericordia e del perdono».
Così scriveva Papa Giovanni: «Ora la Sposa
di Cristo preferisce usare la medicina della
Misericordia invece di imbracciare le armi del
rigore». Così scrive Francesco: «E’ giunto di
nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico
dell’annuncio gioioso del perdono…forza
che risuscita a vita nuova e infonde coraggio
tale da guardare il futuro con speranza». In
particolare a Francesco sta a cuore trasformare un mondo fiducioso, arricchito dall’amore di Dio. Il suo auspicio è provocare «la
Rivoluzione della Tenerezza» che consenta
all’uomo di potersi convertire da provocatore
di guerre in costruttore di pace. In questa direzione viaggia il suo richiamo alla paternità
di Dio il quale, nonostante venga respinto,
continua a d inseguire l’uomo per lenire le
sue angosce e trasfondergli iniezioni di fiducia che solo la Misericordia può garantire.
Ed è anche questo il senso del suo messaggio per la giornata mondiale della Pace
2017 con cui invita gli uomini ad essere
«costruttori di pace in nome della nonviolenza» e ad «applicare le Beatitudini nel modo
in cui esercitano le proprie responsabilità.
Una sfida a costruire la società, la comunità,
l’impresa di cui sono responsabili con lo
stile degli operatori di pace; a dare prova di
misericordia rifiutando di scartare le persone,
danneggiare l’ambiente, e voler vincere ad
ogni costo».
M. G.