CONFIDENZIALE: AGLI AMICI DI S. ROCCO

Miei Cari,
al termine del momento lieto che abbiamo vissuto nei giorni scorsi della riapertura al culto della nostra chiesa di S. Rocco e del mio 25° di Rettorato e Assistentato del nostro Sodalizio affidatomi dal Servo di Dio Don Tonino bello il 1° ottobre del 1990, ho pensato anche a voi, affidati alle mie cure pastorali, dedicare la mia lettera mensile, mai scoraggiato dall'impegno che il cammino confraternale esige da parte di ciascuno di noi. Gli appuntamenti di catechesi e liturgici di questi anni, credo abbiano dato un impulso naturale anche alla crescita e alla simpatia verso la nostra confraternita ma anche all'associazione della Madonna del Buon Consiglio. Evidentemente, cammino ce n’è ancora da fare. Vanno smussate quelle angolosità, riallacciati quei reticolati di comunione a volte interrotti da pregiudizi e visioni troppo ristrette dei rapporti tra noi, un serpeggiare di brusii e giudizi poco veritieri e non affatto caritatevoli devono aver termine se vogliamo onorarci di far parte di un sodalizio intitolato proprio al Santo, eccellente per la carità. Cammino, di certo se n’è fatto in questi 25 anni di mio rettorato e devo essere grato alla collaborazione dei vari priori che si sono avvicendati: Luigi Barile, Corrado Bernocco, Giuseppe Di Puppo, Tommaso Altamura, Cosimo Caldarola e Simone Salvatorelli. Nonostante le lentezze (non parlerei di arresti), quanto è stato realizzato - comprese le fatiche notevoli per i presepi viventi - va ad onore e merito soprattutto di quei confratelli che hanno lavorato ed edificato il tutto in qualità di “pietre di sotto”che reggono cioè il peso e non appaiono. Questo mio 25° di rettorato si conclude con il priorato del prof. Simone Salvatorelli cui devo dare atto - avendolo fatto anche per i suoi predecessori - che una spinta notevole si è avuta soprattutto nell'incontro liturgico settimanale ma anche per altre attestazioni e attuazioni fino alla ritrovata bellezza della nostra piccola chiesa che ci accoglie come in una famiglia. Tra i momenti più belli registrati, restano certamente anche i vari restauri del gruppo arcinoto degli Otto Santi e la esposizione di questo alla Mostra di Milano nel 2006: arte effimera - così chiamata - ma tanto espressiva da aiutarci tutti a riflettere nel mistero dell’amore di Dio. Al termine di queste mie riflessioni e nel ricordo del compianto vescovo Don Gino che sempre ha benevolmente guardato e seguito il nostro Sodalizio, mi permetto suggerire a tutti i membri di bene orientarci nella elezione del nuovo Priore. Mai si dimentichino le parole di Gesù: “Chi vuol essere il primo, sia l’ultimo e il servo di tutti”. Non è questione di «insegne» o di potere. Si tratta di mansione di servizio, primo per il bene spirituale di ognuno e poi di organizzazione dei momenti significativi per le ricorrenze annuali in cui ci si adopera per un servizio alla Comunità cittadina. Riqualificheremo poi insieme i vari organi che compongono la confraternita: Consulta e Revisori dei Conti, rivisitando i ruoli da essi assunti con decisione, competenza e serietà. Confesso che quel “cantare in coro” e cioè che ognuno deve sentirsi in dovere di dire la sua o peggio orientare in alcune delicate decisioni, non è secondo lo stile di un sodalizio ecclesiale che vuol riconoscersi tale. Possano la Vergine Santa e San Rocco, nostro santo Patrono accompagnarci nella realizzazione piena del progetto di santità iniziato col Battesimo e continuamente verificato per il bene personale e di quanti si aspettano da noi in testimonianza e spirituale progresso. È il mio auspicio e augurio
Don Vincenzo