SCENARI APOCALITTICI

Dobbiamo essere sinceri con noi stessi. Vi è mai stato un tempo che sia andato esente da catastrofi naturali ed umane? Vi è mai stato un tempo di assoluta tranquillità? Quando ci aggrappiamo alla nostalgia del bel tempo che fu, non mentiamo a noi stessi, creando una realtà immaginaria da contrapporre a quella attuale, avvertita come dolorosa, pericolosa, scialba? Ma questo nostro tempo sembra avviarsi rapidamente alla fine dei tempi, all’apocalisse, termine che deriva dal greco (apokalypsis), composto di‘apó (“separazione”) e kal˝ptein (“nascosto”), col significato dunque di un gettar via ciò che copre, di togliere il velo, letteralmente scoperta o rivelazione.
Scoperta o rivelazione escatologica, della fine dei tempi, non già della fine del mondo. Ma quale tempo sta per concludersi? Uno sguardo ed una lettura profetica e sapienziale di questo nostro tempo apre a quale visione della fine del tempo? Sta finendo precipitosamente il tempo dell’egoismo e della morte di Dio?
Sta terminando rapidamente il tempo della ricchezza quale misura di tutte le cose, del profitto quale misura di tutto, della concezione dell’uomo quale strumento nelle mani di poteri forti, aggressivi e turbolenti? Sta volgendo al termine il tempo dello sfruttamento di intere popolazioni, della disperazione, della depressione? Sta concludendosi il tempo della devastazione dell’ecosistema, della violenza sulle donne, del cinismo, del servilismo, della religione senza fede? E, chiuso questo tempo, archiviato questo tempo mortifero, sta aprendosi forse, seppure in nuce, un nuovo tempo di pace?
La logica ci dice di sì. Molti segnali confortanti giungono a noi dal cuore dell’uomo, che è l’indicatore dell’andamento delle cose del mondo. E sono segnali confortanti, perché, malgrado le inevitabili contraddizioni e le spinte e controspinte di vario segno, va affermandosi una nuova temperie culturale che mette al bando un sistema di pensiero che, nei suoi esiti e nei suoi principi, è acristiano, lontano dai disegni di Dio sull’umanità, che sono disegni di pace, di felicità, di prosperità per tutti, non solo per alcuni. Sebbene l’uomo sia quotidianamente investito da modelli subculturali devastanti per l’anima; sebbene sia spinto ad occuparsi più dell’apparire che dell’essere, gli è ormai sufficientemente chiaro che di questo passo non vi è salvezza per nessuno, neppure per i privilegiati, neppure per chi ha conti in banca ad otto cifre. Sebbene l’uomo sia sollecitato ad occuparsi esclusivamente di se stesso e dei suoi affari, appare evidente che questa inclinazione egoistica distrugge l’occhio interiore, lo acceca, lo rende schiavo delle sue passioni.
Il nuovo tempo che si annuncia è un tempo di liberazione dalle schiavitù. Liberazione dal male, cammino quaresimale di purificazione verso una landa interiore abitata non da fiere, ma dallo Spirito Santo, a cui dedichiamo poche preghiere ed invocazioni, e che invece è il motore della Vita, essendo lo Spirito di Dio.
Siamo quindi ad un bivio. Oggi come non mai. Occorre decidere, oggi, da che parte stare, se dalla parte dei costruttori o dalla parte del diavolo, del separatore, del distruttore di speranze attraverso tutto ciò che luccica e che alletta le passioni umane.
La Quaresima è un tempo propizio ad accogliere il cambiamento dell’essere come novità perenne, confidando nel Cristo che fa nuove tutte le cose, ogni giorno.

Salvatore Bernocco