I figli, fateli scendere dal trono

Rigorosamente necessario qualche “no” piazzato al momento giusto.
Gli psicologi giurano che in educazione devono prevalere i “sì”, ma aggiungono che qualche “no” pronunciato con fermezza invita i figli alla riflessione e smaschera le false certezze.
Papà e mamma non possono comunque dormire, sono chiamati a vigilare. Da che mondo è mondo, l’educazione è un esercizio da ambo le parti: di chi guida, di chi è guidato alla vita.
È molto interessante un racconto degli indiani d’America sull’iniziazione. In molte tribù i ragazzi, raggiunta l’età della pubertà, vengono sottoposti a una serie di prove, come dormire fuori dalla tenda, lontano dalla famiglia, abituarsi a sopportare la fame, la sete, il sonno. Devono poi sottoporsi a lunghi momenti di istruzione da parte degli anziani. In uno di questi momenti gli anziani che dovevano vegliare si erano stancati e si erano addormentati, mentre i giovani cominciavano a perdersi chi in un modo, chi in un altro.
Nella crescita del figlio è vietato ai genitori di addormentarsi. I genitori sono chiamati ad assicurare ai figli una presenza costante, emotivamente significativa. Vigilare non vuol dire assumere il cipiglio distaccato, significa indicare la strada senza mai stancarsi. Significa fermezza, autorevolezza, capacità di segnare il percorso e porre dei limiti.
Il limite aiuta a comprendere quello che noi siamo, orienta la crescita, ci insegna a metterci nella giusta posizione evitando deliri di onnipotenza. I “no” aiutano a crescere: verità elementare, eppure così poco presente nella prassi educativa. Il figlio cresce quando viene aiutato a comprendere che la felicità non sta nell’aver tutto, ma nel percorrere la strada con le sue gioie e le sue difficoltà. Dal limite nasce la coscienza della responsabilità.
Quando vediamo i nostri figli puntigliosi, irremovibili nelle richieste, perfino impietosi nel volere cose che sono al di là della possibilità materiale, è il caso di domandarci se abbiamo sparso troppi generosi “sì” sulla loro strada dorata. Ora sono adolescenti, ora per loro è normale pretendere una vacanza a Londra, se non ai tropici. Li abbiamo tenuti sul trono. Questo è il dramma. “Signora, dove va a ferragosto?”. E la signora, che tira col marito la vita da affittuaria, si rabbuia in volto. Lei e lui restano in casa, mentre i figli sono in volo felici, contenti e
impassibili a tanta sofferenza.