Tornare ad educare…rieducando all’amore

Miei Cari,
il tema o problema della educazione è emerso in forma sempre più consistente in questi ultimi tempi, a fronte del quadro inquietante dei comportamenti giovanili ed alla crescente apprensione degli adulti che si interrogano su cosa fare, così da venire definito “emergenza educativa” che coinvolge tutti, la società civile, lo Stato e la Chiesa.
La Chiesa italiana che Paolo VI amava considerare “esperta in umanità” ha raccolto questa urgenza che Benedetto XVI indica “ineludibile priorità, grande sfida per la comunità cristiana e l’intera società”, intende in questi anni dedicarsi a questo compito per individuarne le cause e prospettare degli obiettivi da perseguire per tornare dall’esilio educativo in cui sembra essersi confinata la civiltà occidentale (Card.Bagnasco).
L’educazione deve poter diventare un cammino che porta ad essere “persona”, deve cioè poter accompagnare ciascun individuo sul cammino che lo porta ad essere persona ad assumere quella forma per cui l’uomo è autenticamente uomo. E ciò ha bisogno di educatori credibili e autorevoli -mi rivolgo particolarmente ai genitori- capaci di generare umanità.
Bisogna allora che ritorniamo alla sorgente: rieducare all’amore. E l’ambito adatto è proprio la parrocchia, famiglia di famiglie che continua a proporre di guardare Gesù, alla sua vita e al suo Vangelo, modello alto ma insieme imitabile per chi voglia vivere autenticamente il suo battesimo.
Perché è seguendo Gesù, uomo perfetto che l’uomo diventa più uomo, come è stato affermato da qualcuno: dal momento che Dio si è fatto uomo, voglio conoscere da vicino quest’uomo. Di qui scaturiscono due proposte di fondo: - l’amore a Gesù, vangelo ed eucarestia, che ci ha chiamati amici e diventa per noi fratello, amico, Salvatore e Signore.- L’amore ai fratelli, così come Gesù ci ha amati, senza misura e fino alla fine, per essere tra noi comunione di mente, di cuore e di azione, fratelli, come una grande famiglia. Tutto ciò ci venne ampiamente ricordato dal vescovo mons. Negro durante la forte esperienza del Sinodo Parrocchiale celebrato nel 1994/95.
La proposta educativa quindi dovrà col nostro impegno e con la nostra tenacia, capace di rinnovare
1) la parrocchia onde sia famiglia di Dio;
2) il dono del sacramento perché la famiglia sia unita, fedele, aperta alla vita, solidale e felice;
3) la professione e il lavoro per la costruzione di un mondo nuovo per contribuire a rendere più umana e vivibile la società.
Contribuiremo così, nel nostro piccolo, col nostro impegno in quel compito così gravoso ma glorioso e urgente, alla sfida educativa che vorremmo tradurre semplicemente: “tornare ad educare”.
È il mio auspicio e il mio augurio.

Don Vincenzo


OTTOBRE A MARIA
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