“ANNUNCIARE LA GIOIA DEL VANGELO IN FAMIGLIA”

Lettera pastorale per l’anno 2016-2017 del nostro Vescovo don Mimmo 

La prima lettera pastorale del nostro nuovo Vescovo, Mons. Cornacchia, è dedicata alla gioia dell’amore sponsale, anzi familiare. Egli ci induce a riflettere su alcuni temi che sono di stretta attualità, relativi alla condizione delle famiglie (e delle famiglie cristiane) e ai percorsi educativi che possono immaginarsi affinché l’amore in famiglia possa poggiarsi non sulla sabbia, ma sulle solide fondamenta della Parola di Dio, che dona gioia e stabilità. La famiglia è al centro di un vortice di spinte e controspinte. Tutelata finanche dalla Costituzione della Repubblica, non sembra granché al centro delle attenzioni del legislatore. Al di là dell’aspetto spirituale, dobbiamo affermare con forza che la famiglia tradizionale è stata accantonata a vantaggio di forme di unioni cosiddette “civili”, cioè di coabitazioni che, pur avendo le stesse caratteristiche della famiglia, non ne possiedono requisiti di stabilità e l’obbligo di fedeltà, indice di responsabilità, pazienza, coraggio. Non solo. Com’è noto, le unioni civili o di fatto contemplano anche i connubi omosessuali, mentre altre leggi hanno reso più spedito l’iter della separazione e del divorzio. Stabiliamo un punto fermo: una cosa sono le famiglie tradizionali, altra cosa sono le unioni civili, ed altra cosa ancora sono le unioni omosessuali. Per comprendere bisogna saper distinguere e non comportarsi come quei tanti ideologi che parificano i fenomeni, affermando che pur sempre di amore si tratta. È una semplificazione che rende l’idea del clima relativista culturale ed ideologico che si è impossessato delle nostre comunità. Le nostre esistenze sono bombardate di continuo da messaggi di omologazione dei fenomeni affettivi, per cui non c’è nessuna differenza fra chi si sposa in chiesa e chi si sposa civilmente, fra chi, unendosi al proprio partner, può generare, e chi non potrà mai farlo senza ricorrere ad espedienti quali l’utero in affitto (la vicenda di Vendola docet!). Il passaggio ulteriore a cui guardano le lobby omosessuali è l’adozione, con che il processo omologativo e distruttivo della famiglia tradizionale sarà concluso. Già Amintore Fanfani, nel lontano 1974, ebbe a dire che dopo il divorzio sarebbe stata l’ora delle unioni gay. Fu profetico. La gioia della famiglia che si regge sul Vangelo, letto e praticato, è tuttavia l’obiettivo cui dobbiamo tendere in quest’anno pastorale, attraverso incontri formativi, letture appropriate, esami di coscienza, onde poter verificare il grado di adesione dei componenti delle famiglie al messaggio evangelico. Si tratta sempre e comunque di operare in vista di una rievangelizzazione delle nostre comunità, e poi di allargare il cerchio a chi vive situazioni familiari difficili e di disagio, alle famiglie ferite che, come quell’uomo tramortito dai malviventi sulla strada che da Gerusalemme conduceva a Gerico, aspettano forse qualcuno che si prenda cura di loro, che sia in grado di stimolare ad una riflessione appropriata che rilanci il progetto familiare, fondandolo su nuovi presupposti e condizioni, in ciò sorretti dalla preghiera, dalla carità e dall’azione dello Spirito Santo che fa nuove tutte le cose. Il mandato del nostro Vescovo alle comunità della Diocesi è quindi molto impegnativo, ma necessario ed ineludibile. Per mutare lo spirito comunitario, oggi sfregiato da subculture nichiliste e relativiste, non v’è altro modo che comunicare la gioia che sgorga continuamente dal costato di Cristo, morto e risorto per noi affinché possiamo avere la vita, avere più vita, e, in ultimo, accedere alla gioia della vita eterna.

Salvatore Bernocco